I Cinque “SOLA”

 

SOLUS CHRISTUS

 

Il modo di essere del credente è caratterizzato dal ravvedimento e dalla conversione. Tale nuova mentalità permette di fondare la propria esistenza non sui propri ragionamenti, sensazioni o buone opere, ma sulla persona stessa di Cristo. La persona di Cristo con la propria opera di espiazione e redenzione costituisce il cuore e l’essenza del messaggio cristiano. Dice l’Apostolo Pietro: «non vi è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli uomini per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati» (Atti 4:11). Per questo anche l'Apostolo Paolo enuncia così il suo programma di predicazione: «mi proposi di non saper altro fra voi, fuorché Gesù Cristo e lui crocifisso» (I Corinzi 2:2). In tale prospettiva alla Chiesa rimane solo il compito di annunciare che Cristo è il maestro, riconoscendosi come Sua discepola, e non proclamando se stessa maestra. La Chiesa proprio perché fondata sulla persona, l’opera e l’insegnamento del Signore Gesù Cristo, accetta di essere soltanto una creatura e pertanto l’umana possibilità di sbagliare, facendo propria l’esigenza di riformarsi del continuo (ecclesia semper reformanda), allo scopo di non sostituire il proprio magistero a quello di Cristo. Attribuire solo a Cristo la funzione del magistero, implica un cambiamento nella struttura della Chiesa, che cessa di essere una istituzione che si arroga il monopolio della verità, per diventare serva della Parola di Dio. 


SOLA SCRIPTURA

 

Dio può essere conosciuto solo accettando la Sua rivelazione contenuta senza errori o contraddizioni nelle Sacre Scritture. Su tale certezza è basata la decisione di fede. L’autorità della Chiesa si manifesta nel porsi in situazione di totale obbedienza e disponibilità nei confronti della Parola di Dio. 

A chi obiettasse che la costituzione del canone degli scritti del Nuovo Testamento è posteriore alla Chiesa primitiva, il protestantesimo risponde che l’Evangelo testimoniato dagli scritti del Nuovo Testamento ha prodotto la fede ed il messaggio della Chiesa per tutti i secoli successivi. Nello stabilire il canone degli scritti biblici, la Chiesa si è sottoposta all’autorità del messaggio espresso da quegli scritti, li ha riconosciuti e confessati come la ragione stessa della sua esistenza e della sua funzione. E’ stato questo un atto di sottomissione della Chiesa all’autorità intrinseca della Scrittura, riconosciuta come l’espressione dell’autorità del Signore stesso nella testimonianza dei suoi apostoli, un’autorità normativa e determinante per la fede, l’etica, la predicazione, il culto, la dottrina della Chiesa. E' in base a tale metro che, per esempio, i sacramenti accettati si sono ridotti a due - il Battesimo e la Cena del Signore - ed è stato rifiutato un sacerdozio che si differenzia dal mandato di testimonianza affidato a tutti i credenti. «Ricevettero la Parola con ogni premura, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano così» (Atti 17:11).


SOLA GRATIA

 

La giustizia di Dio viene rivelata nel suo Vangelo; tale espressione è da intendersi nel senso che il peccatore è giustificato ossia salvato da Dio per mezzo di Gesù Cristo (giustificazione per fede). Dio reputa giusto il peccatore, e pertanto lo salva, non perché riconosce in esso una intrinseca giustizia, ma al contrario attribuendogli la giustizia di Cristo il giusto, che Dio per pura e sola grazia, mette al posto della nostra. Il Vangelo ci rivela la giustizia passiva di Dio (nel senso che il peccatore è passivo, mentre Dio è attivo), grazie alla quale Dio, nella propria misericordia, giustifica il peccatore mediante la fede in Cristo. La Grazia operata da e per mezzo di Cristo libera il peccatore da tutto ciò che lo separa da Dio, ponendo termine a qualsiasi tentativo di guadagnare o meritare la salvezza/giustizia di Dio, mediante buone opere o affidandosi ad istituzioni mediatrici di salvezza: «E' per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio» (Efesini 2:8).



SOLA FIDE

 

La fede non è una dimensione intrinseca alla natura umana. La fede si configura come lo strumento, creato da Dio nel cuore del peccatore, tramite il quale questo è condotto a Dio. La fede è pertanto l’accettazione della giustizia di Dio, cioè dell’azione di Dio in noi. Il credente è nello stesso tempo, peccatore e giusto (simul iustus ac peccator). Ciò gli impedisce da un lato la disperazione e dall’altro l’orgoglio di credersi salvo in virtù delle proprie opere (“Pecca fortemente ma credi ancora più fortemente”, scrisse Lutero in una lettera indirizzata a Melantone datata l’1° Agosto 1521). Avere fede vuol dire metter fine a tutte le sicurezze mondane e religiose: «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato» (Atti 16:31).

 

SOLI DEO GLORIA

 

"A Dio solo la gloria" è il motto che riassume l'orientamento generale della fede riformata: non più preoccupazione per il proprio interesse e per la propria salvezza, bensì il desiderio di contribuire con la propria esistenza e tutte le proprie risorse e capacità alla gloria di Dio: «nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre» (Filippesi 2:11).