La Controversia sul Declino
(di Domenico Iannone)

 
Nel marzo del 1887, Charles Spurgeon pubblicò, nella rivista mensile da lui creata The Sword and the Trowel (La spada e la cazzuola), il primo di due articoli dal titolo The Down Grade (Il declino). Gli articoli pubblicati anonimi, erano opera di Robert Shindler, pastore battista e amico dello stesso Spurgeon.
Shindler nel primo articolo, del marzo del 1887, analizzava la storia del protestantesimo inglese, riflettendo sulla sciagurata decisione del Parlamento inglese di emanare l'Atto di Uniformitá del 1662, che imponeva a tutti i cristiani sul suolo inglese di sottomettersi al contenuto del Book of Common Prayer. Tale libro prescriveva preghiere per il mattino e la sera, le formule liturgiche per la cena del Signore, il battesimo, il matrimonio e i funerali. Coloro che non vollero uniformarsi al dettato dell'Atto di Uniformitá e del Book of Common Prayer furono chiamati: non-conformisti o anche Puritani. Tale raggruppamento comprendeva inizialmente Presbiteriani, ma ad essi si unirono Battisti ed Indipendenti, tutti invisi alla corte del cripto-cattolico Carlo II, tanto per il loro stile di vita, quanto per la loro dottrina calvinista. Nel momento in cui divenne ufficiale la loro espulsione dalla chiesa anglicana, il posto dei ministri di culto di fede calvinista (circa 2000), fu assunto da predicatori arminiani. Per Schindler tale scisma dalla Chiesa di Inghilterra non doveva essere considerato altro che espressione del disegno provvidenziale di Dio e tale separazione come espressione di un risveglio spirituale.
Ma già durante la prima e la seconda generazione che seguirono al rifiuto dell'Atto di Uniformità, quasi tutte le denominazioni non-conformiste, abbandonarono l’ortodossia calvinista per abbracciare l'arianesimo o il socinianesimo, dottrine che negavano la divinità di Cristo e la totale depravazione dell’uomo. Tali deviazioni dalla verità, avevano iniziato a diffondersi in mezzo ai non conformisti, ad iniziare dai presbiteriani, in modo quasi impercettibile, spesso abbandonando i princìpi della teologia calvinista e adottando l’arminianesimo, altre volte cercando di adattare la teologia biblica al pensiero moderno, dando un rilievo indebito alla cultura e all’erudizione, persino spingendosi a considerarle più importanti delle qualità spirituali bibliche. Schindler chiariva anche per quale motivo il "Declino" fosse risultato più pronunciato tra i presbiteriani piuttosto che tra i battisti. I presbiteriani consideravano membri della chiesa qualsiasi fanciullo avesse ricevuto il battesimo, aprendo in tal modo la congregazione ad un gran numero di non credenti. I battisti d'altro canto pur non battezzando fanciulli, avrebbero finito con l'aderire al tempo di Shindler, al moderno criterio evangelistico di scambiare la decisione di seguire Cristo con la conversione stessa, mettendo così capo, anche loro, ad una chiesa con una forte presenza di irrigenerati.
Secondo Shindler, coloro che si erano allontanati dal calvinismo non avevano probabilmente messo in conto la possibilità di negare la divinità del Figlio, la sua morte sostitutiva, la giustificazione per fede, la dottrina della corruzione dell’uomo, la necessità della santificazione. Tuttavia tale fu il risultato e molti di coloro che rimasero fedeli alla verità, furono riluttanti ad adottare adeguate contromisure. In tal modo, nel giro di pochi decenni, il fervore puritano lasciò il campo ad una dottrina apostata. Le chiese cominciarono ad ammettere nuovi membri, che risultavano credenti solo in modo nominale, rimanendo dunque sostanzialmente degli inconvertiti. All'interno del gruppo dei presbiteriani, insieme ai calvinisti e agli arminiani, vi era anche il gruppo dei baxteriani.
Il pensiero di Baxter si presentava come un mix teologico. Le sue dottrine dei decreti di Dio, dell'espiazione e della giustificazione non erano riformate e spesso inclinavano verso l'arminianesimo.
Schindler spiega come i sociniani si collocassero in due gruppi distinti. Da una parte quelli che credevano nella non-divinità di Cristo, ma presentavano tale convinzione con un linguaggio evasivo, di modo che le proprie congregazioni non potessero intendere pienamente il contenuto eterodosso di quanto effettivamente da loro predicato. Loro intenzione era quella di portare con il tempo i credenti ortodossi a credere a quanto da loro tenuto abilmente celato. Alcuni di questo gruppo erano anche capaci di venire allo scoperto, esponendo le proprie convinzioni tramite pubblicazioni il cui linguaggio, nel caso di indagini, rimaneva aperto ad un'interpretazione in senso ortodosso. Il secondo gruppo, letale quanto il primo, non aveva problemi a venire allo scoperto, professando apertamente le proprie convinzioni e risultava composto da pochissimi elementi.

Nell’aprile del 1887, The Sword and the Trowel pubblicò un secondo articolo, nel quale Shindler proseguiva la propria analisi sulle cause del declino del puritanesimo. Il periodo storico preso in considerazione è quello che va dal regno di Guglielmo III a quello di Giorgio III (dal 1702 al 1820). Esso è definito un "periodo di pace", poichè cessate le persecuzioni nei confronti dei non-conformisti, si combatte solo con la penna. Il male della chiesa non-conformista è individuato nella tendenza dei predicatori ortodossi a tollerare le dottrine eterodosse, circolanti nelle loro congregazioni o nei seminari evangelici.
A riprova di ciò, è citato l’esempio di Philip Doddridge (1702-1751), noto per essere l’autore di celebri inni cristiani: “O Happy Day” e “Grace, ‘Tis a Charming Sound”. Doddridge fu Rettore dell’Accademia dove si formarono la maggior parte dei ministri non-conformisti di quell’epoca, ma la sua tolleranza nei confronti di predicatori non ortodossi, nascose agli occhi dei suoi studenti la terribile gravità dell'eresia, lasciandoli esposti ai suoi terribili effetti. Shindler precisa che nessuno avrebbe potuto “nemmeno insinuare” il sospetto di eresia nei confronti di Doddridge, però a causa della tendenza alla tolleranza da lui inaugurata, l’Accademia si arrese al socinianesimo e nell'arco di una generazione divenne “liberale”. Shindler esortava a vegliare sui pericoli della tolleranza, suggerendo che nel dubbio è meglio eccedere nella cautela e forniva esempi specifici dei nefasti effetti della tolleranza, facendo notare come lo stesso Charles Darwin fosse stato iniziato allo scetticismo religioso nella Cappella di High Street a Shrewsbury, da un pastore sedotto dal Socinianesimo. Tale fu la sorte anche della chiesa di cui era stato pastore Matthew Henry, autore del famoso Commentario, dove si insegnò per anni il socinianesimo.
Il denominatore comune a tutti coloro che presero a scivolare via dall'ortodossia biblica, fu la mancanza di una fede adeguata nella divina autorità delle Sacre Scritture. Shindler scorgeva una forte correlazione fra la dottrina calvinista e la fede nell’autorità delle Scritture, sulla base dell'evidenza che la stragrande maggioranza di coloro che rimasero fedeli all’autorità della Bibbia, fossero più o meno Calvinisti nella dottrina.
Il sistema di credenze bibliche che va sotto il nome di calvinismo, sembrerebbe possedere in sé una forza di conservazione che aiuta a mantenere gli uomini attaccati alla verità.
"La venerazione per le Scritture Sacre, può certamente essere considerata come un test per valutare la purezza dei sentimenti religiosi. Se nessuno possa essere trovato capace di eguagliare i calvinisti sotto questo punto di vista, sarà lasciato al giudizio di quei lettori che hanno fatto estesi studi sul soggetto. Però non può essere contraddetto il fatto, che nella misura in cui qualsiasi setta recede dal calvinismo, la propria venerazione per la Scrittura diminuisce in proporzione. La Bibbia è il Credo del calvinismo. Se Dio ha parlato, chi è calvinista si sente costretto a ricevere e credere il messaggio biblico, per quanto misterioso esso possa essere. Gli arminiani, differiscono dai calvinisti, sotto questo punto di vista, in quanto essi costruiscono il proprio sistema teologico, sulle proprie idee di perfezione morale della deità, spiegando poi ogni parte della Scrittura in consonanza con tali idee, anche se nel fare questo, debbono ricorrere a non piccole forzature. Gli ariani venerano le Scritture ancora meno degli arminiani, la loro idea di ispirazione è ancora più difettosa, i propri standard di critica ancora meno onorevoli di quelli degli scrittori ispirati. Per gli ariani, la ragione umana assume un ufficio altissimo e tutto ciò che non può essere compreso attraverso di lei, non è ricevuto. L'attitudine dei sociniani è ancora meno riverente nei confronti della Parola di Dio, poiché secondo la loro concezione, alcune sue parti non sono ispirate: errori ricorrono nei ragionamenti degli apostoli, molti passaggi biblici non sono autentici e ciò che rimane è interpretato, con riguardo alle espressioni e al linguaggio, in un modo che non sarebbe tollerabile per l'esposizione del senso di qualsiasi altro scritto profano."  ("History of Dissenters,"  by Bogue and Bennet).

Shindler scrisse un terzo articolo, pubblicato sul numero del giugno del 1887 di The Sword and the Trowel. Tale articolo prendeva le mosse da un'indagine per eresia, svoltasi negli Stati Uniti, che coinvolgeva alcuni docenti del Theological Seminary of Andover a Newton nel Massachusettes. Andover era stato fondato nel tardo XVIII° sec. nel tentativo di contrastare il Socinianesimo, ormai diffusosi ad Harvard. I fondatori di Andover erano di schietta teologia calvinista. Shindler accusava i cinque docenti sotto inchiesta di essersi allontanati dalla fede dei fondatori dell’istituto, servendosi dell’inganno, poiché dopo aver sottoscritto lo statuto dottrinale della scuola, lo avevano sconfessato con il proprio insegnamento.
Shindler considerava l’episodio di Andover una testimonianza dei pericoli del declino e non esitò a sottolineare come anche i battisti inglesi corressero il medesimo pericolo.
Nell’agosto del 1887 ancora su The Sword and the Trowel, Spurgeon pubblicò un articolo intitolato "Another Word Concerning the Down-Grade" (Un’altra parola a proposito del Declino), allo scopo di illustrare le due reazioni contrastanti suscitate dagli articoli dello Shindler: fastidio da parte di chi riteneva l’analisi troppo radicale e pessimistica e accordo da parte di chi condivideva l’analisi della situazione delle chiese evangeliche in Inghilterra.
I sostenitori di Shindler fornivano ulteriori prove di compromesso dottrinale di chiese un tempo fedeli. A parere di Spurgeon la condizione di alcune chiese era addirittura peggiore di quanto gli fosse apparso in un primo momento, tanto da fare pensare che in esse si celebrasse una religione diversa dal cristianesimo. Tale cristianesimo riveduto e corretto, stava rimpiazzando la predicazione del Vangelo, con i valori e la mentalità del mondo. Spurgeon fece notare come molte chiese avessero smesso di avere riunioni di preghiera, fervore spirituale e membri. Egli era convinto che la responsabilità di questa situazione fosse dei predicatori. Costoro erano infedeli e capaci solo di diffondere scetticismo.
Spurgeon disprezzava il modernismo e a coloro che si fossero risentiti di tale franchezza, diceva che era ora di attirare l’attenzione sul modo in cui si stava derubando Dio della sua gloria e l’uomo della propria speranza. Concludeva l’articolo chiedendosi fino a che punto coloro che si erano conformati alla fede tramandata ai santi, dovevano avere comunione con quelli che se ne erano allontanati e consigliava ai credenti, ancora fedeli alla Parola di Dio, di tagliare i ponti con chi diffondeva la teologia liberale.
L’articolo suscitò scalpore nel mondo evangelico. Spurgeon, che per decenni era stato molto stimato dagli evangelici, divenne personaggio sospetto in quanto ciò che proponeva era diametralmente opposto alla tendenza evangelica del tempo, orientata piuttosto all’unificazione degli evangelici. Pertanto Spurgeon veniva tacciato di “separatismo”.
Nel numero di settembre di The Sword and the Trowel, Spurgeon intensificò i toni della polemica, poiché nel frattempo erano giunte lettere provenienti da ogni luogo, che testimoniavano una volta di più del declino della chiesa inglese. I critici di Spurgeon si limitarono a definire le sue argomentazioni vaghe e siccome egli in quel periodo, soffriva di disturbi renali che lo avevano  costretto a non predicare per un certo periodo di tempo, qualcuno ebbe l'ardire di insinuare che le critiche da lui espresse nei confronti del movimento evangelico, fossero da intendere come i deliri di un uomo ammalato.
Spurgeon fu ferito da simili affermazioni, poiché pensò si volesse svilire la verità, additando l’imperfezione del suo testimone. Stava anche iniziando a considerare la possibilità di interrompere la comunione con coloro che si opponevano al Vangelo. Per vari decenni era stato il membro più importante e influente dell’ Unione Battista ed egli sperava che almeno i responsabili dell’ Unione si schierassero apertamente dalla sua parte, accettando di imporre ai propri membri la sottoscrizione di una confessione di fede che non lasciasse più alcun dubbio in merito all'ortodossia della dottrina professata; ma l’Unione Battista non aveva mai chiesto ai propri membri l’adesione a una qualche confessione di fede, poiché l’unico requisito dottrinale richiesto per entrare a far parte dell’Unione era la sola accettazione del battesimo in acqua degli adulti. Spurgeon era convinto che questo solo elemento confessionale, non fosse sufficiente per definirsi evangelici e chiese all’Unione di mutare il criterio di ingresso in essa.
L’Unione che desiderava né perdere Spurgeon, né causare divisioni al proprio interno, si pose a lavorare per un compromesso. Nel numero di ottobre di The Sword and the Trowel fu pubblicato il terzo articolo di Spurgeon intitolato "The Case Proved" (La prova provata), composto principalmente da estratti di lettere e recensioni che Spurgeon aveva raccolto in seguito alla pubblicazione degli articoli precedenti. Questi estratti appartenevano a due categorie di persone. La prima comprendeva quei lettori che desideravano la pace del mondo evangelico anche a costo di compromessi. La seconda categoria di lettori, comprendeva coloro che confermavano il giudizio di Spurgeon in merito allo stato della chiesa. Convinto che l’Unione avrebbe affrontato questi problemi in occasione dell’incontro autunnale a Sheffield, il 28 ottobre del 1887, Spurgeon scrisse a Samuel Harris Booth, segretario generale dell’Unione:
"Gentile amico, mi pregio comunicarvi, quale segretario dell’Unione Battista, che devo dissociarmi dall’Unione. È con il massimo rincrescimento che lo faccio, ma non ho altra scelta. Le ragioni di questa mia decisione le esporrò nel numero di novembre di The Sword and the Trowel e spero che vogliate perdonarmi se non le ripeto anche qui. Vi prego di non mandare nessuno nel tentativo di convincermi a riconsiderare la faccenda. Temo di averla considerata già abbastanza. In verità, ogni ora che passa, la mia convinzione di non aver preso affatto una decisone avventata, si fa più forte.
Desidero anche aggiungere che nessun risentimento personale, né malizia, hanno avuto la benché minima influenza su di me. Ho, anzi, ricevuto un onore maggiore di quanto avrei sperato. È soltanto sulla base dei più elevati motivi che compio questo passo e voi sapete che ho rimandato a lungo questo momento, perché speravo in una soluzione migliore.
Vostro con affetto,
C. H. Spurgeon [1]
 
Spurgeon era stanco della controversia, non riusciva a spiegarsi come dei veri cristiani potessero avere comunione con chi dubitava dell’autorità della Scrittura. L’annuncio del ritiro di Spurgeon dall’Unione colpì profondamente molti credenti. Pochi avevano creduto che Spurgeon avrebbe messo in pratica la propria minaccia di ritiro. La pace e l’unità anche a spese della verità, erano considerate dall'Unione come le più elevate fra le virtù cristiane, era pertanto impensabile che Charles Haddom Spurgeon, il più influente predicatore inglese battista del tempo, diventasse uno scismatico.
Il 23 novembre Spurgeon, scrisse da Mentone, nella Francia meridionale, per spiegare il suo gesto a un pastore suo amico, Mr. Mackey dicendo di essere stato costretto a ritirarsi dall’Unione, dal momento che né le rimostranze private con i responsabili, né i ripetuti appelli pubblici, avevano sortito alcun effetto. La lettera, inviata privatamente a Mackey, fu fatta circolare fra i cento membri del Consiglio Generale dell’Unione. Ottanta di questi, il 13 dicembre 1887, si riunirono per discutere le accuse avanzate da Spurgeon. La maggior parte di loro si sentì oltraggiata dalle parole del grande predicatore battista e dal suo ritiro quale membro dell'Unione. Negarono decisamente di aver mai ricevuto espressioni di preoccupazione relative alla condizione dottrinale dell’Unione. Ma tra Spurgeon e il segretario generale Booth, invece erano intercorsi molti colloqui privati e lettere, in cui si trattava dello stato dottrinale delle chiese dell’Unione. Booth stesso aveva esortato Spurgeon a parlare contro il Modernismo ormai predominante all’interno dell’Unione.
Booth aveva anche fornito a Spurgeon dei dettagli a proposito del diffuso compromesso e i nomi di coloro della cui ortodossia aveva ragione di dubitare.[2]
Tuttavia Booth aveva preteso che Spurgeon non palesasse tali conversazioni, né il carteggio che le aveva accompagnate: «Le lettere che le ho inviato non erano ufficiali, ma confidenziali», scrisse Booth quando credette che Spurgeon stesse per “cantare” contro di lui «… per una questione d’onore, non può divulgarle»[3].
Gli atti del Consiglio Generale testimoniano che Booth mentì in merito alla natura delle sue conversazioni con Spurgeon. Tuttavia, anche quando il Consiglio Generale dell’Unione, ivi compreso lo stesso Booth, accusò Spurgeon di non avere mai offerto una formale e documentata rappresentazione dello stato dell’Unione, egli tenne fede alla promessa di mantenere confidenziale la corrispondenza con Booth. Spurgeon preferì sopportare l’ingiuria e la falsa accusa, anche quando lo stesso Booth passò dalla parte degli accusatori. Il Consiglio Generale accusò Spurgeon di aver violato le direttive di Cristo date in Matteo cap. 18, non avendo discusso preliminarmente in privato con coloro che riteneva nell’errore. Al presidente, il dott. Culross, Spurgeon scrisse di essersi incontrato in più occasioni con lui e col segretario dell’Unione, scrivendo anche lettere senza mai ottenere nulla; l’unica opzione possibile era stata quella di ritirarsi.[4]
L’Unione propose di mandare una delegazione di quattro uomini per discutere con Spurgeon, al quale fu scritto di organizzare un incontro mentre si trovava in Francia. Spurgeon declinò la proposta, dicendo che si sarebbe incontrato con quegli uomini al suo rientro in Inghilterra. Egli considerò la risposta del Consiglio Generale come un palese tentativo di distogliere l’attenzione pubblica dal declino dottrinale all’interno dell’Unione. Scrisse anche una lettera mai pubblicata all’editore del The Baptist, l’organo ufficiale dell’Unione, nella quale affermava di non avere mai inteso censurare la sola denominazione Battista, considerandola assai meno contaminata delle altre.[5]
Il 13 gennaio del 1888 Spurgeon fece ritorno a Londra e s’incontrò con la delegazione dell’Unione al Metropolitan Tabernacle. Facevano parte del gruppo il segretario generale Booth, il presidente uscente James Culross e il neo presidente John Clifford. Alexander Maclaren, il quarto membro del collegio incaricato, il più incline a dare ascolto a Spurgeon, era malato e non poté esser presente. Questi uomini chiesero a Spurgeon di riconsiderare le proprie decisioni, ma egli per tutta risposta, propose all’Unione di adottare una più completa confessione di fede evangelica. La delegazione rifiutò. Cinque giorni dopo, si riunì nuovamente il Consiglio dell’Unione al completo. Questa volta si decise di accettare le dimissioni di Spurgeon. Quindi, fu votata una mozione di censura nei suoi confronti e fu approvata una risoluzione che condannava il suo gesto. Una maggioranza schiacciante approvò la censura, a cui si opposero solo cinque dei quasi cento membri. Il Consiglio accusava Spurgeon di non avere circostanziato le proprie accuse, rendendo noti i nomi di quei predicatori che avevano derogato dalla verità biblica. Spurgeon avrebbe potuto fare quei nomi, producendo le lettere di Booth e costringendolo a testimoniare al consiglio dell’Unione, in più avrebbe potuto citare gli articoli pubblicati da alcuni suoi colleghi battisti, apparsi sulle pagine di riviste come Christian World, Independent, Freeman, British Weekly e il The Baptist, nei quali si denunciavano i medesimi errori da lui individuati.
Anche dopo la censura, il Consiglio Generale avrebbe dovuto affrontare il problema della confessione di fede in occasione dell’Assemblea Generale del 23 aprile 1888. Spurgeon nutriva ancora speranze che la sua rimostranza potesse avere prodotto qualche frutto, più di ogni altra cosa chiedeva chiarezza. “Nessun credo tranne Cristo” era l’unica confessione accettata fra i battisti e addirittura molti consideravano le confessioni di fede come una deviazione dal cristianesimo autentico. Spurgeon al contrario riteneva che se una confessione di fede è in armonia con la Scrittura, allora non esiste alcun pericolo di deviazione dalla verità.
Il Consiglio, in una riunione tenutasi prima dell’Assemblea Generale dell'aprile 1888, elaborò una breve confessione di fede, piuttosto vaga, ma fondamentalmente evangelica. Quando la confessione fu letta in occasione dell’Assemblea, venne fatta precedere da un’introduzione in cui si chiariva che l’Unione non aveva alcun potere d’imporre ai suoi membri l’osservanza di una determinata linea dottrinale, era come se si dicesse: “Sì, crediamo nella divinità del Signore Gesù, ma non allontaneremmo mai una persona dalla nostra fratellanza perché ritiene che Cristo fu solo un uomo. Crediamo nell’espiazione, ma se qualcun altro la rifiuta, non per questo deve essere escluso dal nostro numero”.                    Tra l’altro in una nota a piè di pagina, si affermava che alcuni fratelli dell’Unione non avevano accettato l’interpretazione dei brani riguardanti la risurrezione e il giudizio finale.[6] Era chiaro che l’Unione non si sarebbe spinta oltre. La risoluzione fu approvata con 2.000 voti favorevoli (tra i quali vi era anche quello del fratello di Spurgeon) e 7 contrari. In breve erano tutti così desiderosi di riconciliazione che si considerò legittima qualsiasi confessione di fede che garantisse la pace.
Charles Spurgeon la pensava diversamente, come i fatti dimostrarono. La pace raggiunta non fu quella pace che molti avevano profetizzato. Dopo tale compromesso con i nemici del Vangelo, il declino dell’Unione accelerò bruscamente. Coloro che abbracciavano la “nuova teologia”, uscirono rafforzati dall’Assemblea e presero in mano le redini dell’Unione. Spurgeon non cercò di spingere altri ad abbandonare l’Unione, ma non comprendeva per quale ragione uomini che professavano di voler rimanere fedeli alle Scritture, continuassero a far parte di un’organizzazione che era così palesemente in declino. La Controversia sul declino fu un costante motivo di sofferenza che accompagnò Spurgeon fino alla sua morte, avvenuta il 31 gennaio 1892. Amici intimi e perfino alcuni studenti del Pastors’ College, non compreso le ragioni delle critiche di Spurgeon. Tuttavia Spurgeon dichiarò di non essersi pentito della decisione che aveva preso e che l'avere lasciato la Baptist Union, per lui non significava avere abbandonato la Chiesa del Signore.
Molte furono le ragioni che fecero inclinare i membri della Union Baptist verso il compromesso teologico, in primo luogo il fatto di considerare il proprio benessere personale, strettamente connesso all'esistenza della denominazione battista. In secondo luogo una confusione tra i princìpi della teologia liberale e il linguaggio tramite cui tali principi eterodossi venivano presentati. Molti liberali affermavano infatti di essere "cristo-centrici" e tale etichetta colpiva molto l'immaginazione teologica di quei battisti che vedevano in tali posizioni un modo per orientare i fedeli delle loro congregazioni verso un “Cristo” maggiormente al passo con i tempi. In terzo luogo, la falsa convinzione che la dichiarazione di fede dell’Unione dovesse essere ridotta al minimo, risultando necessario per far parte dell'aggregazione, non più che una generica adesione alla pratica del battesimo in acqua degli adulti. Tale dissolvimento di una base confessionale forte faceva il paio con una vaporizzazione dell'enfasi che doveva essere posta sull’interezza delle dottrine bibliche. Spurgeon fu il primo evangelico d’influenza internazionale a dichiarare guerra al Modernismo. L’Unione Battista non fu più da allora la stessa, ma l’Alleanza Evangelica, un’associazione interdenominazionale, si schierò dalla parte di Spurgeon e guadagnò forza. La presa di posizione di Spurgeon aiutò gli evangelici di tutto il mondo a scorgere i pericoli del Modernismo e a contrastare l’allontanamento dalle verità bibliche.
 

[1] citato in G. Holden Pike, The Life and Work of Charles Haddon Spurgeon, 6 vols. (London: Cassell and Company, n.d.), 6: 287.
[2] Lewis Drummond, Spurgeon: Prince of Preachers (Grand Rapids, Mich.: Baker, 1992), 671.
[3] Ibid., 697.
[4] Ibid., 4: 263.
[5] citato in Pike, 6: 292-93.
[6] citato in Drummond, 704.