LA TRINITA'


Deuteronomio 4:35 " YHWH è Dio e non ve n'è altri fuori di Lui".
Isaia 43:10 "Prima di me nessun Dio fu formato, e dopo di me, non ve ne sarà alcuno".
Isaia 43:11 "Io, Io sono l’Eterno, e fuori di me non v’è Salvatore".

Premessa.

Tutto l’insegnamento delle Sacre Scritture va nella direzione di uno strettissimo MONOTEISMO. Il messaggio centrale, tanto dell’Antico quanto del Nuovo Testamento, risulta unanime su questo punto e conduce necessariamente alla considerazione che esiste un unico Dio in tre persone. Fuori di Dio non esistono altri dèi, e quando la Scrittura fa riferimento a tali entità, contesta in ultima analisi la legittimità del loro titolo (Giudici 6:31; 1Cronache 10:10; Salmo 16:4; 82:6; Michea 4:5; Atti 28:6; 1Cor. 8:5; Gal. 4:8; Filippesi 3:19).Già nell’AT vi sono riferimenti alla molteplicità nell’unità della sostanza divina. La parola tradotta "unico" in Deuteronomio 6:4 "L’Eterno l’Iddio nostro è l’unico Eterno" è "achad", che ha il significato di "uno, unità"; nella lingua ebraica vi sono due parole con il significato di Uno e sono: YACHID che denota un' unicità assoluta e compatta (Zacc.12:10; Ger. 6:26) e ACHAD che denota una unità composta o collettiva (Gen.2:24; Gd. 6:16; 1Sam. 11:7; Esd. 3:1; Ez: 37:17). L’uso del termine Achad applicato a Dio non è irragionevole ma semplicemente superiore alla nostra comprensione! Conformemente a quest’uso, crediamo in un unico Dio, YHWH, in tre persone: YHWH PADRE, YHWH FIGLIO, YHWH SPIRITO SANTO.

Nel greco koinè del NT, il termine "theos" è usato per indicare le tre persone della Trinità. Nonostante tale termine venisse usato nel mondo ellenistico per indicare gli dei pagani, esso è ritenuto dagli scrittori ispirati, appropriato per denotare anche il vero e unico Dio. Nella LXX (la Settanta, ossia la versione greca dell'Antico Testamento) il termine theos traduce, con poche eccezioni, l'ebraico Elohim e Jhwh.

La divinità del Figlio.

1) Preliminarmente è opportuno affermare, che brani del tenore di Giovanni 14:28 "Il Padre è maggiore di me", nulla affermano a proposito dell'essenza del Figlio, ma entrano solo nel merito della relazione tra le persone divine. Il Nuovo Testamento contiene molte e chiare affermazioni a proposito della divinità del Cristo.

In Giovanni 1:1: Cristo è definito inequivocabilmente Dio.
Viene, inoltre, introdotta una differenza tra l’intera essenza di Dio e la Parola.
In greco la differenza tra soggetto e complementi è segnalata dalle diverse "terminazioni" delle parole. Nel testo greco di Giovanni 1:1, tanto il termine "Parola", quanto il termine "Dio" posseggono la medesima terminazione, il soggetto viene pertanto individuato sulla base della presenza dell'articolo. Il soggetto è la Parola, poichè ha l’articolo, mentre Dio essendo senza articolo appare essere il predicato nominale (kai theos en o logos ). Se l’articolo fosse stato usato, tanto davanti al complemento predicativo quanto davanti al soggetto, questi sarebbero stati intercambiabili, ma non è il caso del brano in questione, ove si intende: la Parola è la deità, ma non è tutta la deità.
Tale importante distinguo non è reso a sufficienza nelle traduzioni in italiano.
I Testimoni di Geova ritengono, che nell’affermazione in questione risulta che Gesù è certamente un Dio, ma di rango inferiore a Dio Padre.
Proprio tale circostanza, secondo la loro opinione, starebbe alla base del fatto che nel testo greco di Gv.1:1 il termine theos riferito a Gesù apparirebbe senza articolo.
Si tratta chiaramente di una fantasia smentita da brani come Mt.4:3-4; 12:28; 28:43; Luca 20:37-38; Gv.3:2; 13:3; Rom.1:7-8, 17-19; 2:16-17; 3:5,22-23; 4:2-3 solo per citarne alcuni.
In essi gli scrittori del NT usano theos senza articolo, pur riferendolo a Dio Padre.
Inoltre i brani di Mt.1:23; Gv.20:28; Ebrei 1:8 si riferiscono a Cristo chiamandolo theos con l’articolo davanti!
Allo stesso titolo deve essere considerata una fantasia, ritenere che theos senza articolo debba indicare "la qualità" della Parola, ossia il suo essere "divina" e non Dio.
Nel caso Giovanni avesse voluto dire che la Parola era "divina" in un senso diverso dall'essere essa Dio, avrebbe potuto senz'altro usare il termine greco corrispondente (teiotes). Ma ci chiediamo, in che senso la Parola può essere divina? La risposta anche in questo caso, può essere solo una: essa è divina poichè ha la stessa essenza di Dio Padre (1).

Giovanni 8:58 Cristo afferma non di essere esistito già prima di Abramo (avrebbe in tal caso dovuto dire: io ero) ma di essere l’Io Sono, che non è altro che la traduzione greca del tetragramma YHWH (vedi Esodo 3:14; Deuteronomio 32:39; Isaia 43:10). Il verbo usato da Gesù è il presente indicativo, che in greco indica un'azione continua. Debbono essere considerate delle vere e proprie falsificazioni, i tentativi di rendere tale verbo che è al presente indicativo, con l'imperfetto, il passato prossimo o altro ( in Giovanni 15:58, troviamo il caso di un verbo al presente tradotto con un passato prossimo, ma per il senso complessivo del brano l'uso di un tempo o dell'altro è assolutamente indifferente).
La Settanta traduce l'espressione ebraica ani hu come
ego eimi, in Isaia 41:4; 43:10; 46:4. In ciascuno di tali brasi l'espressione ani hu, appare alla fine della frase, nella traduzione in greco è conservata tale disposizione. L'espressione ego eimi traduce anche l'ebraico: anoki anoki hu, in Isaia 43:25; 51:12. In Isaia 52:6, hani hu è tradotto ego eimi autos (una forma più enfatica), e in Isaia 45:18 ani Yhwh è tradotto con ego eimi kurios.
Il termine ebraico ani hu, è un eufemismo per indicare il nome di Dio

Giovanni 20:28 nel brano, Cristo è definito "Signore mio e Dio mio". Alcuni interpretano queste parole pronunciate da Tommaso all'apparire di Gesù, come una sorta di espressione di stupore, una specie di "accidenti!". Probabilmente questa spiegazione si commenta da sola.

Romani 9:5 Cristo è "sopra tutte le cose Dio Benedetto in eterno". Alcuni ritengono sia più corretto porre un punto dopo "cose", e intendere il resto della frase come una dossologia significante "Sia Dio benedetto in eterno". Ma nelle dossologie tanto dell'Antico Testamento ebraico e greco, quanto del Nuovo Testamento, il termine "benedetto" è sempre posto prima del termine "Dio" (nell'AT greco, vi sono ben trenta casi in questo senso a parte l'eccezione di Salmo 67:19 che potrebbe essere un errore redazionale), mentre nel brano in esame accade il contrario. Pertanto non ci troviamo in presenza di una dossologia, e il termine Dio è riferito a Gesù.

Filippesi 2:6 Cristo aveva "forma di Dio" e non reputò rapina considerarsi "uguale a Dio". In Filippesi 2:7 l'espressione "forma di servo" attribuita al Cristo sta a significare il suo essere stato realmente un servo; per analogia "forma di Dio" deve significare il suo essere a tutti gli effetti Dio.

Colossesi 1:15 Cristo è "immagine (greco "eikon") dell’invisibile Iddio", (vedi anche Ebrei 1:3). In questo brano si sta affermando che Cristo è la "manifestazione visibile" di Dio. In greco eikon, indica il contorno tangibile e visibile delle cose di questo mondo.

Colossesi 2:9: in Cristo "abita corporalmente tutta la pienezza della Deità" (pleerooma tee theoteetos soomatikoos).

1Timoteo 3:16, anche se questo brano non risulta molto utile a fini apologetici, è interessante sapere che nei manoscritti Sinaitico e Alessandrino, i primi correttori del testo lessero "(Gesù) Dio manifestato in carne".

Tito 2:13 "Aspettando l'apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù"

(tou megalou qeou kai swthros hmwn Ihsou Cristou).
C'è chi ha voluto tradurre "... del grande Dio e del nostro Salvatore Gesù Cristo", stabilendo un'indebita distinzione tra un "Dio grande", da una parte, e il "Salvatore Gesù Cristo" dall'altra, onde non attribuire alcuna divinità al Cristo. Tale traduzione é anzitutto errata per motivi di contesto, poichè nella Scrittura la parola "apparire" è usata sempre in relazione a Cristo (2 Tessalonicesi 2:8; 1Timoteo 6:14; 2Timoteo 4:1,8; Tito 2:13). Tre volte in questa epistola l'espressione "nostro Salvatore" è usata con riferimento a Dio (1:3; 2:10; 3:4), e immediatamente dopo con riferimento a Cristo (1:4; 2:13; 3:6). Inoltre ragioni grammaticali escludono la distinzione tra le persone del Dio grande e del Salvatore; infatti nei brani di Tito 1:4; 1:3; 2:10; 3:4 3:6, l'espressione "nostro Salvatore" è preceduta dall'articolo determinativo greco, eccetto in Tito 2:13. In quest'ultimo caso l'articolo determinativo è posto davanti a Dio. Ciò permette l'applicazione della cosidetta regola di Granville: " Quando la copula kai connette due nomi posti nello stesso caso (o due sostantivi o aggettivi o participi), i quali offrono la descrizione di una persona, di un ufficio, dignità, affinità o connessione, attributi, connessione e attributi, proprietà, e l'articolo determinativo precede il primo dei due nomi e non è ripetuto anche davanti al secondo nome, allora quest'ultimo è sempre riferito alla stessa persona che è descritta dal primo nome, cioè il secondo nome aggiunge un'ulteriore descrizione a quanto descritto dal primo nome". Il caso è in tutto simile a quello di
1Pietro 1:1.

Purtroppo non tutti i traduttori biblici, conoscono bene la grammatica della lingua che traducono!

1Giovanni 5:20 "noi siamo in Colui che è il vero Dio, nel suo Figliolo Gesù Cristo. Quello è il vero Dio e la vita eterna" (Luzzi 1924). Non condividiamo questa traduzione, infatti il "Quello" del secondo capoverso è in greco outos, questo pronome andrebbe più propriamente tradotto con "questo". In tal modo il brano starebbe affermando che il Cristo è anche lui, Dio e Vero.

Apocalisse 1:8 Cristo (che nella Scrittura è l'unico "che venga", vedi anche Ap. 1:7) è definito "Signore Iddio" (kurios o theos).

E' decisamente da escludere l'ipotesi che il termine Dio, riferito a Cristo, sia da intendersi soltanto come titolo onorifico.
Infatti un titolo onorifico ha un qualche valore soltanto se fa riferimento ad una realtà di fatto, altrimenti, è una parola vuota o una menzogna; dire che una persona è intelligente quando non lo è, significa non attribuirle un'onorificenza, ma mentire. Non è, dunque, possibile affermare che Cristo è Dio, a titolo di onorificenza, e poi affermare che in realtà non lo è.

1) Attributi di Dio, sono ascritti a Cristo, che è detto essere:
Onnisciente (Matteo 17:27; Marco 2:8; Luca 9:46; 11:17; Giovanni 1:48; 2:23-25; 4:16-18; 16:30; 21:17).
Onnipresente (Matteo 18:20; 28:20; Efesini 1:23; 4:10; Ebrei 13:5 vedi anche Giovanni 1:48; 3:13)
Onnipotente (Matteo 28:18; Marco 4:39-41 confronta con Giobbe 38:25-28. Filippesi 3:21)
Eternamente pre-esistente (Isaia 9:6; Michea 5:2; Giovanni 1:1; Colossesi 1:17)
Immutabile ( Ebrei 1:8-12; 13:8).2)
2) Azioni divine sono attribuite a Cristo:
Gesù è l'autore della creazione (Giovanni 1:3; Colossesi 1:16; Ebrei 1:2, confronta con Isaia 44:24).
Gesù è l'autore della vita (Atti 3:14, Giovanni 1:4 confronta con Genesi 2:7).
Gesù è il reggitore dell'universo (Colossesi 1:17; Ebrei 1:3).

Negli scritti del NT sono richiamati e applicati a Cristo brani dell’AT originariamente riferiti a YHWH:

Deuteronomio 10:17 "Poichè l’Eterno, il nostro Dio, è l’Iddio degli dèi, il Signore dei signori, l’Iddio grande, forte e tremendo, che non ha riguardi personali e non accetta presenti…" in Ap.19:16 Cristo è detto essere il "Re dei re e Signore dei signori".

Deuteronomio 32:4 YHWH è detto essere la Roccia. In 1Corinzi 10:4, la Roccia che seguiva Israele nel deserto era Cristo.

Isaia 6:1-10 ad Isaia venne mostrata la GLORIA di YHWH, in Gv 12:41 è affermato che Isaia vide in quella circostanza la Gloria del Cristo.

Isaia 8:14-15 YHWH è "la pietra di Inciampo" in 1Pietro 2:6-8 la Parola è la pietra angolare sulla quale gli edificatori inciampano.

Isaia 40:3 "Preparate nel deserto la via a YHWH" nel Vangelo di Matteo 3:1-3 il Brano dell’AT riferito al Cristo che è ivi chiamato Signore.

Isaia 44:6 YHWH dice: "Io sono il primo e sono l’ultimo"(vedi anche Isaia 41:4; 48:12). Confronta Ap. 22:13 (riferito a Gesù) con Apocalisse 1:8 riferito al Dio "ONNIPOTENTE, "che viene": anche in questo caso non può che trattarsi di Gesù, dato che soltanto Lui è Colui che ha da venire. Gesù, inoltre, è definito , con buona pace dei Testimoni di Geova,non Dio Potente, ma Dio Onnipotente.

Nel medesimo brano di Isaia 44:6 è anche affermato che fuori di YHWH non vi è Dio: chi è allora quel Gesù che il Vangelo di Giovanni (1:1) chiama Dio? Se non è YHWH, non può essere un Dio piccolo, ma solo un impostore (leggi anche Isaia 43:10).

Isaia 45:23 YHWH dice "Ogni ginocchio si piegherà davanti a me ogni lingua mi presterà giuramento": confronta con Filippesi 2:10-11.

Geremia 17:10 "l’Eterno investiga i cuori": in Apocalisse 2:23 è il Figlio di Dio a farlo.

Salmo 45:6-7 il salmista dice "il tuo trono, o YHWH, è per ogni eternità; lo scettro del Tuo Regno è uno scettro di giustizia"; confronta con Ebrei 1:8.

Salmo 24:8-11 YHWH è definito "Signore della Gloria ": allo stesso modo Cristo in 1Corinzi 2:8.

Salmo 97:7, il salmista invita gli angeli ad adorare YHWH; il medesimo brano citato in Ebrei 1:5-6 è utilizzato per invitare ad adorare il Figlio.

Osea 13:4; Isaia 43:11 , in questi brani è affermato che oltre YHWH non vi è Salvatore, ma Paolo nelle epistole pastorali attribuisce il titolo di Salvatore a Cristo (1Timoteo 1:1; 2:3; 2Timoteo 1:10; Tito 1:3; 2:10, 13; 3:4, 6).

Si possono confrontare anche questi brani:
Deut. 10:14; Atti 10:36
Salmo 34:8; 1Pietro 2:3
Salmo 102:25; Ebrei 1:10, questi due brani possono essere messi in strettisimo parallelo:

"Tu Signore (il Figlio) nel principio fondasti la terra" Ebrei 1:10
"Tu (YHWH) fondasti la terra ab antico" Salmo 102:25

"E i cieli sono opera delle tue mani (del Figlio)" Ebrei 1:10
"E i cieli sono opera delle tue mani (di YHWH)" Salmo 102:25

"Essi periranno, ma tu (il Figlio) dimori" Ebrei 1:11
"Essi periranno, ma tu (YHWH) rimani" Salmo 102:26

"Invecchieranno tutti come un vestito" Ebrei 1:11
"Tutti quanti si logoreranno come un vestito" Salmo102:26

"Come un mantello tu (il Figlio) li avvolgerai, e saranno mutati" Ebrei 1:12
"Tu (YHWH) li muterai come una veste e saranno mutati" Salmo 102:26

"Ma tu (il Figlio), rimani lo stesso, e i tuoi (del Figlio) anni non verranno meno)" Ebrei 1:12
"Ma tu (YHWH) sei sempre lo stesso, e i tuoi (di YHWh) anni non avranno mai fine" Salmo 102:27

Isaia 26:19; 60:1; Efesini 5:14
Isaia 43:10; Atti 1:8
Isaia 45:23; Filippesi 2:10
Geremia 9:24; 2Corinzi 10:17; Phil 3:3
Geremia 17:10; Apocalisse 2:23
Gioele 2:32; Romani 10:13
Zaccaria 11:12f; Matteo 26:14f
Zaccaria 12:10; Giovanni 19:37
Malachia 3:1; Marco 1:2.

Nell'Antico Testamento YHWH è l'unico che possa salvare il popolo dai propri peccati (Isaia 43:25; 44:21; 63:16); ma nel Nuovo Testamento Colui che salva è Gesù (Matteo 1:21; Efesini 1:17).
A tal proposito Pietro cita il profeta Gioele "chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato"(Atti 2:21), aggiungendo in seguito che solo il nome di Gesù può salvare (Atti 4:12).

Può essere interessante sapere che nell'AT vi sono tre brani che indicano che vi sono due persone con il nome "Signore" (Genesi 19:24; Zaccaria 2:9-10; 3:1-2), e un solo brano dove si accenna al fatto che vi sono due persone chiamate "Dio" (Salmo 45:7, vedi anche Ebrei 1:8).

Ma attenzione….

Gv. 14:8-11 Gesù non afferma di essere Dio Padre, ma che conoscere la Sua persona equivale a conoscere la persona del Padre.
Atti 20:28 Il termine Dio, del brano in questione, può essere inteso tanto riferito al Padre, quanto al Figlio.

Adorazione divina.

Alla luce delle affermazioni iniziali a proposito della unicità di Dio, va altresì detto che YHWH proibisce che l’adorazione spettante solo a Lui venga offerta a qualche altro dio (Esodo 20:3-6). Dio è un Dio geloso (Deuteronomio 5:9), egli non permette che l'adorazione spettante solo a Lui, venga offerta ad un altro (Isaia 42:8); ma se il Figlio è Dio allo stesso titolo del Padre, non deve destare meraviglia il fatto che la Scrittura raccomandi di adorare tanto l’Uno quanto l’Altro. Se Gesù è YHWH non è sbagliato adorarlo (Matteo 14:33; 28:9; Giovanni 9:38; Ebrei 1:6; Ap. 1:5-6; 5:8-14; 19:10).
In Gv. 5:23 è detto che Dio vuole che "tutti onorino il Figlio come onorano il Padre". Per tale motivo non è blasfemo pregare tanto il Padre, quanto il Figlio (Atti 7:59; 2Corinzi 12:8; 1Giovanni 5:13-15). Nel Nuovo Testamento, la parola greca che indica "adorazione" è proskuneo, essa ricorre 60 volte: 27 volte indica l'adorazione offerta a Dio o al Padre, 15 volte l'adorazione offerta a Gesù, 17 volte l'adorazione degli idoli, e 1 volta è riferita ad un uomo. Ci sono quanti affermano che il termine adorazione quando è riferito a Gesù, ha il significato di "omaggio" o "riverenza". Ma tale tesi presuppone quanto dovrebbe dimostrare.
Atti di "omaggio" ad angeli o ad uomini, vengono sempre rimproverati, ma Gesù non fa mai questo quando gli uomini adorano Lui.
In Filippesi 2:10 è affermato "che al nome di Gesù si piegherà ogni ginocchio, nel cielo, sulla terra e sotto la terra"; si può comparare questa asserzione con Romani 14:11 e Isaia 45:23, che affermano la stessa cosa riferendola a YHWH. Che dire poi del brano di Ebrei 1:6 in cui è affermato "che tutti gli angeli di Dio l'adorino (il Figlio".
Il credente è servitore tanto del Padre quanto del Figlio, poichè entrambi sono Yhwh (Deuteronomio 10:20 con Colossesi 3:24).
Il credente raccomanda il proprio spirito tanto al Padre quanto al Figlio perchè entrambi sono Yhwh (Salmo 31:5 con Atti 7:59).

Gesù il Primogenito (Prototokos).

Con questa espressione non si vuole dire che Gesù Cristo sia stato il primo essere vivente creato da Dio Padre,dato che la Scrittura dice che tutte le cose sono state create dal Padre con il concorso del Figlio ( Gv. 1:13; Col. 1:15,18 ). Nel caso la Scrittura avesse voluto affermare che Cristo era stato la prima creatura di Dio, sarebbe stata usato il termine greco "protoktisteos".
La parola primogenito è usata soltanto nove volte nel NT ( Mt. 1:25; Lc. 2:7; Rom: 8:29; Col. 1:15,18; Ebr. 1:6; 11:28; 12:23; Ap. 1:5 ) e possiede due sensi: può indicare il primo nato di una donna ( e il riferimento è chiaramente alla generazione umana), ma può anche esprimere il rango, la preminenza, l'ufficio di capo, la dignità di una persona, ( non diversamente dall'AT: Salmo 89:27; Geremia 31:3 con Genesi 41:52; Esodo 4:22; 1 Cronache 5:1-2 con Genesi 25:28-34; 1Cron. 26:10; Deut. 21:16; in tutti questi brani non è in questione l'ordine di nascita). Primogenito applicato al Cristo ha proprio il significato di "preminente per rango".

Gesù l’Unigenito (Monogenes).

Il linguaggio del NT è basato sulla versione greca dell'AT, conosciuta come LXX (versione dei Settanta o più semplicemente: Settanta); in tale versione il termine monogenès (unigenito) viene adoperato come traduzione della parola ebraica Yachid. Per essere più precisi, in sei dei dodici brani nei quali in ebraico è usato il termine "primogenito", nella relativa traduzione in greco, è utilizzato il termine "agapetos" (prediletto, unico).
Negli altri quattro brani il termine ebraico è tradotto con monogenès (Giudici 11:34; Salmo 22:20; 25:16; 35:17), ed ha il significato di "unico, solo".
Nel NT, il termine monogenès è utilizzato nove volte, e può significare:
1) unico o solo: ( Luca 7:12; 8:42; 9:38)il senso è quello di "figlio\a unico\a);
2) prediletto: Ebrei 11:17, dove lo Yachid di Genesi 22:2 è tradotto agapetos dalla LXX e monogenès dal NT, e dei brani applicati a Gesù (Gv: 1:14,18; 3:16,18; 1Gv. 4:9), nessuno di questi brani contiene l'idea di "generazione". Il termine "unigenito" applicato al Cristo esprime la qualità del rapporto che intercorre tra il Padre e il Figlio.

Gesù il Principio (Archè).

Cristo è definito anche "il principio della creazione di Dio" (Apocalisse 3:14) e ciò ha fatto credere a taluni che il senso dell'espressione fosse "Cristo è la prima creatura portata all'esistenza da Dio"; in Ap. 21:6 il Padre è detto essere "il principio e la fine".La stessa espressione è applicata al Cristo in Ap. 22:13. Il termine "principio" vale sia per il Figlio che per il Padre. Quindi sembra preferibile tradurre il termine "principio" con "iniziatore o fondamento" se pure si considera che in Ebrei 7:3, Cristo è definito "senza principio (archè) di giorni nè fine di vita".

Gesù il Generato (Gegènneka).

Con l'attribuire il titolo di "Generato" al Cristo, le Scritture non fanno riferimento a quella dottrina che trova definitiva formulazione nella cosiddetta Confessione di Nicea (325 d.C.), dove è affermato a proposito del Cristo che Egli fu "generato e non creato". Il termine "generato", nel NT compare in Atti 13:33 ed Ebrei 1:5 e 5:5 entrambi brani che sono citazioni dal Salmo 2.
Il Salmo presenta la ribellione dei popoli contro il Signore e il suo Unto e Dio annunzia la propria volontà di sottomottere tali nazioni "generando" quell'Unto contro il quale le nazioni si sono ribellate. Il senso complessivo del brano sembrerebbe dunque, essere quello di convergere l'attenzione del lettore su tale misteriosa azione di Dio, attraverso la quale il suo Unto viene proposto come giudice dei popoli.
In Atti 13:33 Paolo annuncia la buona novella relativa alla venuta del Cristo e il compimento delle promesse fatte da Dio ai padri, realizzatesi con la risurrezione di Cristo dai morti, la citazione di Salmo 2:7 è invocata a testimonianza della risurrezione di Gesù. In Ebrei 1:5; 5:5 il termine "generato" del Salmo diventa comprensivo oltre che della risurrezione anche della Sua glorificazione alla destra del Padre.Interessante al riguardo anche Rom.1:4 in cui è affermato che Gesù "è dichiarato Figlio di Dio con potenza mediante la sua risurrezione".Siccome Cristo era Figlio di Dio prima della sua risurrezione, il brano ha il senso di una dichiarazione tale agli occhi degli uomini.

La divinità dello Spirito Santo.

A) Secondo la Sacra Scrittura lo Spirito Santo, come nel caso del Signore Gesù, è YHWH:

Esodo 17:2-7 Mosè afferma "Perchè tentaste YHWH a Massa e Meriba…?" confronta con Ebrei 3:7 "Perciò dice lo SPIRITO: i vostri padri Mi tentarono…?"

Isaia 6:8 "Udii la voce del Signore che diceva: va e dì…", confronta con Atti 28:25 "Ben parlò lo SPIRITO ai vostri padri per mezzo del profeta Isaia…"; è interessante notare come il medesimo brano di Isaia in Gv.12:35-41 sia riferito al Cristo.

Geremia 31:33-34 "YHWH dice: questo è il patto che farò…", confronta con Ebrei 10:15-16 "lo SPIRITO SANTO ce ne rende testimonianza, infatti dopo avere detto: questo è il patto che farò…"

B) Lo Spirito Santo è una persona:

Nell’AT capita di trovare espressioni riferite allo Spirito Santo che lo descrivono come un vento,un soffio o una potenza ( si veda ad esempio Ez. 37:1-14 ), ma, quando consideriamo tutto quello che la Bibbia ha da dire su tale argomento, ci rendiamo conto che le cose stanno ben altrimenti.
E’ certamente interessante notare come Gesù nel Vangelo di Giovanni (14:26; 15:26; 16:8, 13, 14) si riferisce allo Spirito: il pronome usato per indicare lo Spirito (spirito in greco è un sostantivo di genere neutro), non è il corrispondente pronome dimostrativo neutro ( esso ), ma il pronome di genere maschile ( ekeinos = Quello ), a sottolineare una volta di più che si ha a che fare con una persona. Nello stesso modo viene usato un pronome personale maschile ( auto = Lui ) in luogo di quello neutro in Rom. 8:16, 26. (2)

Può una potenza…?:

Fare dimora : Gv.14:17.
Insegnare e fare ricordare le cose spirituali: Gv.14:16; Luca 12:12; 1Cor. 2:13.
Testimoniare: Gv.15:26; Atti 5:32.
Convincere: Gv.16:8.
Guidare, udire, parlare, mostrare e glorificare: Gv.16:13-14.
Chiamare al servizio cristiano: Atti 13:2.
Inviare: Atti 13:4; 15:28.
Proibire: Atti 16:6-7.
Risuscitare dai morti: Romani 8:11.
Intercedere: Romani 8:26.
Santificare: Romani 15:16.
Rivelare, indagare, conoscere: 1Corinzi 2:10-11.
Parlare: Atti 8:9; 28:25; Ebrei 3:7.
Essere oltraggiata: Ebrei 10:29.
Essere invocata: Ezechiele 37:9.
Essere tentata: Atti 5:9.
Essere contristata o afflitta: Efesini 4:30.
Essere bestemmiata: Matteo 12:31.
Essere ingannata: Atti 5:3

Gli anti-trinitari, affermano che lo Spirito Santo deve essere inteso come un'espressione figurata per intendere la "potenza di Dio"; ma se lo Spirito fosse una potenza soltanto, avrebbe senso l’espressione di Luca 4:14 "Gesù nella potenza dello Spirito se ne tornò...". Lo stesso può essere detto di brani come Atti 10:38; Romani 15:13; 1Cor. 2:4; 2Cor. 6:6-7, in essi lo "Spirito Santo" e la "potenza di Dio", appaiono come termini non sinonimi.

Può una potenza possedere…?:

Intelligenza: Gv.14:26; 15:26; Romani 8:16; 8:27

Volontà: 1Cor. 12:11

Sentimenti: Isaia 63:10; Efesini 4:30; Romani 15:30

Note.

 Nota 1) Per quanti possiedono conoscenza del greco koinè è opportuno tenere a mente qualche regola grammaticale:

  1. Un complemento predicativo determinato prende l’articolo quando segue il verbo; viceversa non lo prende quando lo precede. Secondo il Colwell, è questo il caso di Giovanni 1:1.
  2. L’articolo determinativo è talvolta omesso davanti ai sostantivi senza per questo rendere indeterminato il sostantivo stesso.
  3. L’articolo determinativo è in genere assente davanti ai nomi unici per genere ( ad es. Terra, Sole ect. ).
  4. Se due nomi sono uniti dal caso genitivo o entrambi hanno l’articolo o ne difettano entrambi. (Rom. 7:22 con v.25).
  5. Quando due o più epiteti sono applicati alla medesima persona o cosa, un articolo di solito serve per entrambi ad esempio Tito 2:13, 2Pietro 1:1,11; 3:18 ( l’eccezione ha luogo quando un secondo articolo interviene per portare enfasi su differenti aspetti di una medesima persona o soggetto Ap. 1:17). Torna su

 Nota 2) L’assenza dell’articolo davanti a pneuma (Spirito) è talvolta dovuta al fatto che Pneuma come Theos è un nome proprio (Gv. 7:39). Come regola generale possiamo affermare che l’articolo davanti al termine pneuma é presente quando è in questione la personalità dello Spirito Santo (Gv. 14:26), e dove è in causa una distinzione tra il Padre e lo Spirito ( Lc. 3:22; Gv. 15:26 ).
L’articolo davanti a pneuma ed agios sottolinea il carattere della persona dello Spirito (Mt: 12:32; Mc. 3:29;12:36; 13:11; Lc. 2:26, 10:21; Gv. 14:26; At: 1:16; 5:3; 7:51; 10:44, 47; 13:2; 15:28; 19:6; 20:23, 28; 21:11; 28:25; Ef: 4:30; ebr. 3:7; 9:8; 10:15; ). Torna su

Testi consultati:

A.T. Robertson, "A New Short Grammar of the Greek New Testament".
W.E.Wine, "Expository Dictionary of New Testament Word".
P. Hedley, "La divinità di Gesù Cristo".


(autore: Domenico Iannone)