IL DISPENSAZIONALISMO

Nel XIX° sec. in Irlanda ed Inghilterra, dal seno dell'ortodossia evangelica, sorse un nuovo movimento, desideroso di riformare quanto vi era di obsoleto nella tradizione e nel legalismo della Chiesa di Inghilterra.

L'OPERA DI J.N. DARBY

Un uomo in particolare, John Nelson Darby (1800-1882), cominciò a mettere insieme credenti insoddisfatti tanto dello studio biblico settimanale, quanto della settimanale osservanza della Cena del Signore. Il movimento che cominciò a delinearsi venne chiamato: "dei fratelli" o "dei fratelli di Plymouth" (Plymouth, in Inghilterra, fu uno dei primi e più importanti centri del movimento).

I Fratelli di Plymouth ammettevano alle loro "riunioni informali" tutti coloro che si professavano cristiani. In tali incontri, non si seguiva una liturgia istituzionalizzata nè veniva concesso spazio a un officiante.

Tali innovazioni erano da considerarsi un ritorno alla forma di comunione e di governo neotestamentarie. Con il tempo cominciò ad emergere anche un particolare modo di interpretare le profezie bibliche, che venne chiamato "dispensazionalismo" e che acquistò presto gradimento nei circoli evangelici. Il fondatore del movimento, Darby, esportò il movimento oltreoceano e dopo ben sette giri di conferenze negli Stati Uniti, il fondamentalismo americano risultò profondamente permeato dalla teologia del movimento dei fratelli.

Le Conferenze di Studio Biblico (Bible Study Conferences) associate al nome di Dwight L. Moody, e il "Moody Bible Institute" da lui fondato, furono occasioni di diffusione per la teologia dispensazionalista.

Nel 1909, per lo studio biblico, fu stampata una speciale edizione della King James Version, la cosidetta Scofield Reference Edition. Le note che essa conteneva erano enfaticamente dispensazionaliste. La teologia dispensazionalista ha trovato sistematizzazione nell'opera di Sperry Chafer, ed è difesa dalla Facoltà di Teologia di Dallas.

LA TEOLOGIA DISPENSAZIONALISTA E LE 7 DISPENSAZIONI

Il dipensazionalismo è spesso confuso con il cosidetto "pre-millenarismo", anche se la maggior parte delle sue dottrine non hanno a che fare con il pre-millenarismo.

Si può affermare che tutti i dispensazionalisti sono pre-millenaristi, ma anche che non tutti i pre-millenaristi sono dispensazionalisti.

1) I dispensazionalisti insistono molto sulla necessità di un'interpretazione della Bibbia strettamente letterale. Essi denunciano come "spiritualizzanti" o "allegorizzanti" i tentativi di coloro che non utilizzano il loro stesso criterio di lettura. A tal proposito, insistono su un compimento "letterale" di tutte le promesse profetiche. Secondo tale interpretazione, le promesse dell'AT circa Israele debbono essere intese come promesse terrene ad un popolo particolare (Israele) e destinate a compiersi su questa terra.

Il tempio profetizzato da Ezechiele (capp. 40-48) è un tempio terreno che sarà edificato durante il Millennio (Ap. 12) e nel quale saranno di nuovo offerti sacrifici a Dio.

Allo stesso modo la "Nuova Gerusalemme", eterna dimora di tutti i santi ,(Ap. 22) sarà la città terrena che tutti conosciamo con tale nome. Questa forte enfasi su di un'interpretazione letterale della Bibbia, dimentica che la Scrittura stessa spesso interpreta se stessa in modo non letterale. Così, ad esempio, quando in Amos 9:11-12, si parla della "restaurazione della tenda di Davide che è caduta", la stessa profezia in Atti 15:15-20 è dichiarata compiuta non con la restaurazione della reggenza davidica ma con l'inclusione dei Gentili nella Chiesa.

Allo stesso modo, quando Dio promise a Davide di "stabilire il trono del suo regno per sempre" (1 Samuele 7:13): il compimento di tale promessa non ha a che fare con la restaurazione terrena del trono di Davide , ma con la venuta di Cristo "disceso da Davide secondo la carne" (Romani 1:3; Atti 2:29-32).

2) Poichè tutte le profezie dell'AT debbono essere interpretate letteralmente, il dispensazionalismo rifiuta di ammettere qualsiasi relazione tra l'Israele dell'AT e la chiesa del NT. Viene sostenuto, infatti, che non vi è una sola profezia dell'AT che riguardi la chiesa.

3) Il dispensazionalismo afferma che la storia della relazione di Dio con l'uomo va distinta in sette differenti periodi (dispensazioni). Durante ciascuna dispensazione, Dio mette l'uomo sotto differenti responsabilità e lo tratta in modo differente. Le dispensazioni sono:

A) La dispensazione dell'innocenza, che vede come destinatari Adamo ed Eva precedentemente alla caduta. Essa si conclude, a causa della loro disobbedienza, con l'allontanamento da Eden.

B) La dispensazione della coscienza :caratterizza il periodo che va dalla cacciata da Eden fino al Diluvio. Durante questa dispensazione , l'uomo verrebbe posto sotto la tutela della propria coscienza.

C) La dispensazione del governo umano, con la quale all'uomo è affidato il compito di governare, per conto di Dio, la società alla quale appartiene. Tale dispensazione è caratterizzata dalla vicenda della torre di Babele. Le dispensazioni della "coscienza" e "del governo umano" pur essendosi rivelate "fallimentari", continuano ad essere in vigore (Rom. 2:15; 13:1-7). Infatti coloro che continuano a condursi da nemici di Dio hanno nella coscienza e nella tutela della legge un limite alla propria malvagità. Ci chiediamo quanto di speculazione filosofica pesi in particolare sulle dispensazioni B), C). Con esse infatti si propone un interpretazione "moderna" della natura della coscienza e della politica umane.

D) La dispensazione della promessa, ha inizio con Genesi 11:10 e termina con Esodo 19. Suo scopo era quello di insegnare il modus operandi della fede in Dio. Tale dispensazione sembra essere fondata sul desiderio di dar conto di un dato apparentemente originale, quello della fede di Abramo. Ci sembra che non venga tenuto sufficientemente conto del fatto che la base con la quale Dio tratta con l'uomo, tanto nell'Antico quanto nel Nuovo Testamento è sempre la fede nelle promesse di Dio.

E) La dispensazione della legge, arriva sino al ministero pubblico di Gesù. Tale periodo è caratterizzato dalla teocrazia, dal Tempio, dai sacrifici, dal sacerdozio, e dall'infedeltà di Israele.

F) La dispensazione della grazia è il "periodo della chiesa": ha inizio con Atti 2 e termina con il rapimento della chiesa e la risurrezione dei morti "in Cristo" (la "prima risurrezione" di Apocalisse 3). Durante quest'ultima fase si compiranno le promesse riguardanti Israele (Romani capp. 9,10,11). La chiesa, malgrado la promessa di Matteo 16:8, sperimenta il fallimento che caratterizza ciascuna dispensazione.

G) La dispensazione del regno: durante questa ultima dispensazione, Cristo scenderà sulla terra per regnarvi per un periodo iniziale di mille anni. Tale periodo si concluderà con la rivolta di Satana e delle nazioni e con il giudizio.

Ci sembra che lo schema delle 7 dispensazioni tenda a trascurare l'unità del modo di salvare da parte di Dio: per grazia attraverso la fede. Probabilmente, sull'intero schema grava l'ipoteca del pensiero filosofico dell'epoca: lo storicismo. Inoltre l'intera dottrina costringe la storia sacra in uno schema artificiale basato sul numero 7.

4) I dispensazionalisti, sebbene affermino che il peccatore è salvato in ogni età per grazia, affermano anche che legge e grazia sono radicalmente distinte. Sotto la dispensazione della grazia neotestamentaria, non vi è alcuna obbligazione nei confronti della legge, neppure nei confronti dei dieci comandamenti. Gli uomini sono soltanto invitati a pentirsi e a convertirsi per fede a Cristo.

A nostro avviso,tale distinzione mina la stabilità tanto della grazia quanto della legge. Si ha l'impressione che, così ritenendo, i credenti dell'AT fossero salvati per obbedienza alla legge, ignorandosi che la rivelazione della sovrana grazia di Dio è tanto antica quanto il bisogno di essa da parte di Adamo (Genesi 3:15).

I dispensazionalisti ritengono che "essere uniti a Cristo", presuppone "l'essere morti alla legge mosaica".

Certamente, si può essere d'accordo sulla discontinuità tra patto mosaico e nuovo patto, ma la "legge di Cristo" di cui si parla in Romani 13:8, non è altro che una riproposizione di Lev. 19:18 (Paolo in Rom. 13:9 cita come sintetizzati dall'amore nei confronti del prossimo, anche 4 comandamenti del decalogo). A prescindere dalle specifiche forme di ubbidienza tra Antico e Nuovo Patto, entrambi manifestano degli elementi in comune che hanno a che fare con la giustizia di Dio.

5) Inoltre, i dispensazionalisti affermano che il regno che Gesù offerse ai Giudei non era un regno spirituale, ma piuttosto una restaurazione terrena del regno davidico dell'AT. Quando i giudei rigettarono Gesù, l'inizio del regno terreno venne postposto all'inizio del millennio. La chiesa è da intendersi come una "grande parentesi", tra il rifiuto giudaico del regno davidico e l'inizio del millennio. La chiesa non ha nulla a che fare con il regno e non ha senso parlare del regno di Dio come presente qui ed ora, poichè esso è esclusivamente un evento futuro.

Enfatizzando l'idea del regno di Dio come un fatto esclusivamente futuro, il dispensazionalismo tende ad ignorare che il regno è anche presente in Cristo (Matteo 12:28; Luca 17:21). Invece di considerare il regno come "cristocentrico" (Atti 28:23, 31), si commette lo stesso errore dei primi discepoli del Cristo, che intesero il regno come "israelocentrico" (Atti 1:6).

6) I dispensazionalisti ritengono che, prima della "grande tribolazione" degli ultimi giorni, la chiesa sarà "segretamente" rapita per andare ad incontrare Gesù che torna sulla terra. Dopo tale rapimento, un gruppo di giudei prenderà il posto della Chiesa come strumento di Dio per la conversione del rimanente di Israele e delle nazioni. L'idea di un rapimento "segreto" della chiesa, tenuto celato ai non-cristiani, sembra addirittura in contrasto con le affermazioni di 1Tessalonicesi 4:16-17. Ci chiediamo come sia possibile un tale rapimento "invisibile", quando la Scrittura afferma che esso è annunciato dalla "tromba di Dio", da "grida", da una "voce di arcangelo", in breve da un fragore tale da svegliare addirittura i morti! Ci sembra che la convinzione dispensazionalista del rapimento della chiesa prima della "grande tribolazione", più che nella Scrittura, sia radicato nel principio che separa la chiesa dal piano redentivo di Dio per Israele: la chiesa deve essere rapita prima della tribolazione, perchè in realtà, essa non prende parte alla futura restaurazione del regno Davidico.